Lui, Varg Vikernes, maestro di pensiero di Burzum, probabilmente vi dirà che difende le sue idee in modo franco e senza compromessi. Ma chiunque legga i suoi testi troverà senza dubbio, sempre, qualcosa in lui che giudicherà detestabile. Egli declina l'estremismo più radicale in tutte le sfaccettature della sua vita - o, almeno, in quelle che si conoscono. Ma è veramente solo un atteggiamento? Poiché, certamente, talvolta può essere difficile distinguere la provocazione dalla convinzione.
Ad esempio, a proposito della sua totale avversione per il genere che oggi conosciamo come "black metal", i membri della cui comunità però, ironicamente, ne elogiano le opere. Un'avversione che, confessa Vikernes, deriva dal suo vissuto passato, precedente alla sua condanna per l'assassinio di Euronymous, alias Øystein Aarseth, chitarrista dei Mayhem (Vikernes è stato liberato sulla parola il 24 maggio 2009, dopo aver scontato quindici dei ventuno anni previsti dalla pena). Egli, peraltro, ritorna volentieri insieme a noi con la memoria, e nei dettagli, all'ambiente nel quale egli operava all'inizio degli anni '90 in Norvegia, facendo cadere la visione romanzata che molti oggi ne hanno, e al black metal, non tanto come genere musicale, quanto come concetto. Alcune affermazioni su questo tema, che coinvolgono, tra l'altro, determinati musicisti e gruppi usciti in quel periodo, sono particolarmente violente.
Violento è anche il suo modo diretto e senza peli sulla lingua di mostrare le sue idee politiche e la sua ideologia. Per questa volta, noi non faremo alcun commento a questo riguardo. Lasceremo che siate voi a giudicare le sue affermazioni. Affermazioni che forniscono un ritratto completo del personaggio. Alcune non mancheranno di farci pentire di aver pubblicato alcuni passaggi, se non l'intervista completa. Ma sappiate che qualunque ideologia, qualunque essa sia, è migliore alla luce del Sole, dove può essere combattuta se è necessario, che nascosta nell'ombra, dove può crescere senza opposizioni.
A questo proposito, abbiamo l'obbligo di ricordarvi che i punti di vista qui sostenuti da Varg Vikernes nel rispondere alle nostre domande non riguardano che lui, e in nessun caso Radio Metal, che non è associata a nessuna ideologia né a nessuna corrente politica. Allo stesso modo, sappiate che le parole del nostro interlocutore contenevano, originariamente, affermazioni incitanti all'odio contro certe etnie e comunità religiose. L'etica di Radio Metal e la legge del 1881 sulla stampa ci hanno convinto, dietro consiglio del nostro avvocato, a censurare alcune affermazioni suscettibili di finire nei radar della legge penale, potendo noi essere ritenuti responsabili. Cionondimeno, la seguente intervista contiene affermazioni che alcuni potranno giudicare violente e rivoltanti. Radio Metal rifiuta qualunque forma di compiacimento rispetto alle idee espresse da quest'uomo e si limita, a puro scopo informativo, a mostrare che esse esistono.
Ironicamente, se esiste un argomento riguardo il quale Vikernes, autore di dischi tra i più estremi mai concepiti, riesce ad affrancarsi da propositi estremisti, è proprio la sua musica. "Umskiptar" è un album organico, quasi pacato, che trae i suoi testi dal poema del "Völuspá" e nel quale Burzum sorprende per la posizione centrale data al canto e alla sua ricchezza. Essendo l'album sul punto di essere pubblicato, e avendo Burzum rilasciato alla fine dello scorso anno una raccolta di vecchie tracce ri-registrate, è del tutto naturale che sia questo il primo argomento che affrontiamo nel dettaglio nell'intervista che segue.
Agli inizi degli anni '90, tu hai pubblicato quattro album e un EP in un solo anno e mezzo. Oggi, viaggi al ritmo di un album all'anno. Come spieghi il fatto di essere meno produttivo oggi rispetto agli inizi degli anni '90? Preferisci prenderti più tempo per rifinire la tua musica?
All'inizio degli anni '90 non avevo nient'altro da fare che consacrare la maggior parte del mio tempo a lavorare alla musica. Al contempo, avevo una visione molto pessimista del mondo ed ero convinto di dover terminare i miei album prima che fosse troppo tardi per me per poterlo fare. Oggi, faccio molte cose al di fuori della musica e sono anche molto più rilassato per quanto riguarda l'avvenire. Penso sempre che stiamo andando dritti contro il muro, ma affronto il problema in modo più stoico.
Detto questo, riconosco che ora passo più tempo a rifinire ogni album.
Infine, aggiungerei che non ci sono etichette o distributori "seri" (voglio dire commerciali) che siano interessati alla pubblicazione di più di un album all'anno per artista. Vogliono massimizzare i loro profitti prima di acconsentire alla pubblicazione di un altro album.
Che cosa, attualmente, stimola la tua creatività? Esiste una differenza rispetto a ciò che ti ispirava quindici o vent'anni fa?
No, non vi è alcuna differenza. Penso che il miglior modo di vedere le cose sia quello di dire che sono ispirato dalla vertigine metafisica e dal bisogno che ne deriva di creare un'armonia per compensare alla mancanza di armonia del nostro mondo. È come se aggiungessi del colore ad una foto in bianco e nero per renderla più sopportabile.
Hai ri-registrato alcune vecchie canzoni e le hai pubblicate nell'album "From the Dephts of Darkness". Che cosa non ti piaceva nelle versioni originali?
Trovavo che la voce sul primo album fosse troppo irritante, le mancava qualcosa. Quanto al secondo album, la sua qualità tecnica era, secondo me, veramente troppo scarsa perché lo potessi apprezzare.
Oggi che cosa ti ispirano quelle canzoni e quel periodo della tua vita?
Sono ricordi di ciò che un tempo fu.
Il fatto di esserti nuovamente immerso nel tuo passato musicale ha avuto un impatto su "Umskiptar"? Se sì, in che modo e quali sono stati gli effetti?
"From the Dephts of Darkness" è stato registrato nel corso dell'anno 2010, in altre parole anche prima che registrassi "Fallen". Di conseguenza, ha avuto più impatto su quest'ultimo album che su "Umskiptar". In che modo? Senza dubbio, spingendomi a comporre più musica in quel momento. Quindi, forse ha fatto in modo che questi due album uscissero più velocemente che se li avessi composti in un altro contesto. Tuttavia, è difficile citare un effetto in particolare.
È evidente che su "Umskiptar" hai voluto dare più importanza alla tua voce e alla sua varietà; effettivamente fai un largo uso di voci pulite. Che cosa ti ha spinto verso questo approccio? Avevi la sensazione che ricorrere solo a voci puramente gutturali avrebbe limitato la tua espressione?
Non ho mai veramente utilizzato solamente voci gutturali. Anche sul secondo album ("Det Som Engang Var", registrato nell'aprile 1992 e pubblicato nell'agosto 1993) ci sono molte voci pulite, in particolare per i cori. Ugualmente, la voce pulita è presente su "Belus", ma anche su "Fallen". Di conseguenza, la sola cosa che è veramente cambiata con "Umskiptar" è la quantità di voci pulite rispetto alle voci gutturali. Semplicemente, questa volta mi sono concentrato di più sulle voci pulite.
Ho scelto di procedere in questo modo poiché è ciò che si adattava meglio al concetto di questo album. Non pianifico mai nulla in anticipo quando si tratta di musica. Lascio che sia la musica a comandare e io la seguo, non importa dove essa mi conduce.
"Umskiptar" è un termine antico norreno che significa "metamorfosi". Hai la sensazione di aver subìto una metamorfosi nel corso del tempo, sia come persona che come musicista? Se sì, che cosa è cambiato in te, e perché?
Forse tu identifichi un po' troppo questo disco e Burzum con la mia persona. In "Umskiptar", io non parlo assolutamente di me e non affronto alcun tema personale. Il titolo si riferisce al poema che ho utilizzato per i testi, il "Völuspá", il quale descrive le metamorfosi annuali della natura in un linguaggio mitologico.
"Umskiptar" è, dal punto di vista musicale, relativamente pacato e rilassante. È così perché oggi tu sei più in pace con te stesso rispetto all'inizio della carriera di Burzum, oppure hai ancòra della collera da esprimere?
In effetti è possibile. Non sono più un adolescente e, come sottolineavo in precedenza, oggi faccio fronte alla realtà del mondo in maniera molto più stoica.
L'idea che sta dietro la mia musica e di permettere veramente agli ascoltatori di rilassarsi e di sognare, di portarli ad attingere a un'intuizione dell'età dell'oro di un lontano passato - almeno per qualche istante. Più la musica è ipnotica, meglio è.
Tu hai dichiarato che "Umskiptar" rappresenta un ritorno alle tue radici. Questo significa che un ciclo è ricominciato? Come si inserisce tutto questo nella discografia di Burzum che, immagino, segue questo ciclo?
Hai ragione riguardo il fatto che sto ricominciando un ciclo, ma, d'altro canto, devo dire che non è del tutto così. Ritorno alle mie radici nel senso che, attualmente, sono ispirato e attratto dalla musica che ascoltavo "ai miei inizi". Tutto ciò che è accaduto nel mezzo non sarà stata una perdita di tempo, ma, piuttosto, un percorso necessario per ritornare sì là dove cominciai, ma con una prospettiva differente. Mi ritrovo sulla stessa linea di partenza, ma guardo in un altra direzione - il che significa che oggi so dove mi dirigo. Ora posso viaggiare nella giusta direzione.
Tutti i testi di "Umskiptar" sono tratti dal poema intitolato "Völuspá". Puoi dirci di che cosa parla il poema e che cosa esso significa per te?
Come ho già detto, il poema ha come tema portante le metamorfosi annuali della natura, ma è stato ampiamente male interpretato come mito scandinavo della creazione e della fine del mondo. Io descrivo minuziosamente il significato più profondo di questo poema nel mio libro "Sorcery and Religion in Ancient Scandinavia" ("Magìa e religione nell'antica Scandinavia"), ed è in seguito a questo lavoro di traduzione che ho deciso di utilizzare il "Völuspá" per i testi di "Umskiptar".
Si tratta di un testo molto importante poiché fa parte della nostra cultura europea e merita la nostra attenzione.
Sono disponibili delle tue nuove foto promozionali. Su alcune compari nei panni di un cacciatore, su altre nei panni di un guerriero. A che cosa dai la caccia o che cosa combatti? Quale concetto si cela dietro le foto?
Il guerriero veste abiti blu (il colore pagano) e combatte - o si prepara per farlo - per l'Europa. Il cacciatore e il guerriero sono la stessa persona, che solamente ha subìto una metamorfosi. Entrambi rappresentano lo spirito combattivo dell'Europa e mostrano che, anche se l'Europa può essere distrutta, ritornerà, in seguito a una metamorfosi, nelle generazioni future.
Ho letto da qualche parte che credi che sia meglio per te mantenere segreti i tuoi progetti fino alla pubblicazione, e che avresti voluto che fosse così anche per "Umskiptar". Perché?
Perché avevo un addetto stampa, il quale ha inviato delle copie promozionali dell'album a ogni sorta di riviste perché lo recensissero e, a causa di ciò, l'album è trapelato sul web più di due mesi prima della sua data di pubblicazione. Per quanto mi riguarda, non esiste una ragione valida per cui qualcuno debba ottenere una copia di un album prima della data di pubblicazione, e nemmeno è necessario che le recensioni siano pronte al momento dell'uscita. Possono apparire anche mesi dopo.
Tu componi e registri tutta la musica di Burzum da solo. Questo approccio può essere paragonato a quello di Quorthon dei Bathory, che molti vedevano come un individuo misterioso e solitario. Ti senti vicino a lui, alla sua visione della musica e del mondo?
No, non so molto di lui. Adoro i suoi album "Hammerheart" e "Twilight of the Gods" e qualche canzone di "Blood Fire Death", ma il resto della sua musica non è roba per me. D'altronde, non ho mai ascoltato nulla di ciò che Quorthon ha fatto dopo "Twilight of the Gods".
Talvolta hai espresso la tua opinione riguardo il fatto che non avresti nulla in comune con il genere black metal, la sua scena e gli individui che ne fanno parte. D'altro canto, è precisamente questa comunità che loda le tue opere. Dunque, che cosa gli rimproveri e che cosa differenzia la tua musica dal black metal in quanto sottogenere?
Io credo semplicemente che tutta la scena black metal successiva al 1992 sia ridicola. Conoscevo la maggior parte dei ragazzi che ne facevano parte (in Norvegia), e trovo molto strano che i tizi che sapevo essere dei luridi topi di fogna (cioè, degli informatori della polizia) e dei codardi, che scappavano via come femminucce quando a Bergen finivo (o anche solo pareva che finissi) per fare a pugni, dipingano se stessi come individui così fottutamente duri, selvaggi e brutali.
Credo che la mia antipatia per i membri delle band norvegesi che conoscevo abbia influenzato molto la mia opinione dell'intera scena. So che è ingiusto, ma non posso farci nulla. Sono desolato, ma il solo sentir pronunciare il termine "black metal" mi fa venir voglia di prendere la pistola, per così dire.
Abbiamo parlato con Ihsahn degli Emperor, il quale ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Al giorno d'oggi, le persone tendono a vedere il black metal come un genere di musica più tradizionale, poiché tutti sanno che cosa sia, e spesso il black metal viene definito da ciò che dovrebbe o non dovrebbe essere. Tutto questo è contrario a ciò che io ho sempre creduto che il black metal fosse. Per me, il black metal ha sempre rappresentato l'idea della libertà musicale. Ora, che ci sono così tante regole, non è più black metal". Condividi la sua visione?
Beh, quando si parla di topi di fogna...
Prima di tutto, Ihsahn non sa affatto che cosa dovrebbe essere il black metal. Lui era uno di quei musicisti death metal che, tutt'a un tratto, nel 1992 voleva suonare black metal, molto dopo che Darkthrone e Burzum, quell'anno (rispettivamente a febbraio e a marzo), avevano pubblicato i loro primi album di cosiddetto black metal, e questo nuovo genere in Norvegia stava già diventando una moda. Così, la sua band death metal, i Thou Shalt Suffer, cambiarono nome in Emperor e all'improvviso dissero di non suonare più death metal, ma black metal. Okay, bene, cambiarono stile, liberissimi di farlo, ma non conoscevano l'idea che stava dietro il concetto, non la influenzarono in alcun modo e furono semplicemente come tutti gli altri seguaci. Solamente, furono tra i primissimi seguaci, se questo può fare qualche differenza.
Il black metal era un concetto del tutto nuovo. Il nome, in sé, deriva da un album dei Venom, poiché Euronymous era un loro fan e fu Euronymous a dare un nome a quel concetto, ma esso non aveva nulla a che vedere con nessun particolare stile musicale (salvo che con la musica metal in generale, è chiaro). L'unico punto, nel black metal, era che ogni band avrebbe dovuto essere
diversa da tutte le altre - in opposizione alle band death metal ultra-modaiole che all'epoca suonavano tutte uguali. Se una band non avesse avuto il suo proprio stile, la sua propria originalità e uno speciale approccio, allora non sarebbe stato black metal. Quando i topi di fogna negli Emperor e negli Enslaved abbandonarono molto in fretta le loro velleità death metal e, all'improvviso, iniziarono a copiare (!) i Darkthrone e Burzum, noi - Euronymous ed io - eravamo molto incazzati con loro. Non avevano capito
nulla! Tutto ciò che avevano fatto era stato scambiare le loro icone death metal con delle icone black metal, e tutto ciò che fecero fu plagiare e copiare i Darkthrone e Burzum e, in una certa misura, anche gli
Immortal, anziché plagiare e copiare i Death, i Morbid Angel e così via, come facevano prima, quando suonavano nelle loro inutili band death metal.
Dunque, furono
loro a trasformare il black metal in un genere definito dalla - e fondato sulla - musica di Darkthrone e Burzum e, in una certa misura, anche degli
Immortal. Da allora in avanti - era il 1993 quando questi seguaci pubblicarono i loro album d'esordio - il black metal divenne un genere musicale con una particolare immagine (ridicola) legata ad un particolare stile. Non fecero nulla di originale, non inventarono nulla di nuovo, fecero solamente le stesse cose che noi avevamo già fatto prima di loro. Erano quanto di più anti-black metal si potesse immaginare!
A quel punto, io, nel marzo del 1993, registrai l'album "Filosofem", che fu
volontariamente differente da tutto ciò che avevo fatto prima, come protesta contro questa nuova moda del black metal; feci un album anti-black-metal-modaiolo e loro, abbastanza ironicamente, ancòra una volta non capirono nulla, ed iniziarono a plagiare e copiare anche "Filosofem" - così, oggi "Filosofem" viene visto come uno degli album black metal originari.
Loro probabilmente ancòra non capiscono, ma perché dovrebbero? Gli idioti non capiscono mai nulla. Probabilmente bisognerebbe fare entrare il concetto nelle loro teste con un bastone.
Ebbene, Euronymous ha dato il nome "black metal" al nostro concetto. Io non ho mai avuto veramente interesse per questo termine, così loro - Ihsahn e gli altri seguaci - se lo possono tenere. Io non me ne faccio nulla. Non voglio essere associato a loro e alla loro merda in alcun modo. E questo è uno dei miei problemi principali riguardo questo termine.
Detto questo, sì, magari Ihsahn ha ragione quando afferma che le band che oggi suonano il cosiddetto black metal non sono veramente band black metal, ma non lo erano nemmeno gli Emperor e gli Enslaved, e credo che lui ancòra non se ne sia accorto.
Comunque, molti musicisti appartenenti alla scena black metal dei primi anni '90 - alla quale le persone ti associano - si sono allontanati in molte differenti direzioni, alcuni verso il rock'n'roll (come i Satyricon o Abbath degli Immortal), altri verso cose più leggere ed elaborate (come Ihsahn col suo progetto solista). Che cosa ne pensi dell'evoluzione di questa scena e di questi musicisti?
Penso che siano rimasti a corto di album di Burzum da plagiare, visto che non ho pubblicato nulla che fosse metal dal 1993 al 2008 e, dato che loro sono incapaci di avere idee proprie, hanno dovuto trovare altre band da plagiare in altri generi...
Beh, a parte gli scherzi, posso dirti che non presto attenzione a ciò che questi tizi fanno, dunque non posso dirti molto riguardo questo. Per me non sono che ratti, che appartengono alle fogne umide e oscure della Norvegia.
Che cosa ti viene in mente, se ricordi la scena norvegese dei primi anni '90? I tuoi ricordi si accordano con l'idea che la gente ne ha oggi?
Che cosa mi viene in mente? Beh, ricordo vividamente il modo in cui tutti si sono sputtanati gli uni con gli altri nel 1993, quando io uccisi il loro idolo, Euronymous, e come mi diedero la colpa di tutti i crimini meschini che loro avevano compiuto. Ricordo come scappavano via dalle risse quando io rimanevo in piedi e me la cavavo da solo senza il loro aiuto. Ricordo come si vantassero di quanto erano duri e di come io li rifornissi di armi da fuoco ed esplosivi, solo per non vederli mai utilizzarli per nulla, se non per dire alla polizia che ero stato io ad averglieli dati nel momento in cui venivano arrestati (dato che si sputtanavano sempre uno con l'altro). Ricordo come confessarono alla polizia crimini di cui la polizia nemmeno era a conoscenza. Ricordo come Euronymous scuoteva la testa disperato, quando vedeva che perdenti del genere frequentavano il suo negozio. Ricordo come vendetti a uno di loro un fucile alla cifra simbolica di circa cinque euro, pensando a posteriori che avrei sperato con tutto il cuore che lo usasse per farsi saltare le cervella. *Puah*
No, l'immagine che le gente ha di questa scena difficilmente può accordarsi coi miei ricordi...
Sei rimasto in contatto con gli amici che avevi all'epoca all'interno di questa scena?
...
No.
Il tuo album "Belus", in origine, avrebbe dovuto intitolarsi, in lingua norvegese, "Il dìo bianco", ma hai cambiato il titolo a causa delle insinuazioni che sono emerse riguardo un suo possibile significato razzista. Capita che tu ti senta limitato nella tua libertà artistica a causa delle persone che tendono a equivocare in senso politico o ideologico ogni cosa che dici o fai?
Non direi. Comunque, si trattava solo di un titolo provvisorio, con cui me ne sono uscito qualche giorno prima dell'annuncio dell'album. Il titolo originale, in effetti, era "The Return of Baldur" (o, in norvegese, "Baldurs Tilbakekomst"), ma ho immaginato che anche quello avrebbe provocato molte false idee, facendo credere che pensassi a me stesso come a Baldur o cose del genere. Volevo un titolo più neutrale.
D'altra parte, in un messaggio pubblicato lo scorso anno sul tuo sito web ufficiale, tu ti sei schierato con il partito francese del Front National e hai fatto appello al popolo francese affinché votasse per il suo candidato. Pensi che faccia parte del ruolo di un musicista - per di più straniero - spingere i suoi fan verso una determinata direzione politica?
Sì. La Francia è il cuore dell'Europa, e il futuro della mia nazione dipende da come vanno le cose in Francia. Oggi, principalmente a causa della più traditrice delle vostre generazioni (coloro che, attualmente, hanno tra i 50 e 70 anni), siete costretti a scegliere tra un incompetente lacchè di ebrei (Hollande) e un bugiardo ebreo (Sarkozy); forse non sarete la prossima Grecia, probabilmente Italia e Spagna vi batteranno in questo, ma la Vostra nazione sicuramente le seguira a ruota, e di conseguenza la mia. Tutta l'Europa soffrirà a causa dell'incapacità dei francesi di pensare con chiarezza.
Sai, sarei felice di combattere, uccidere e morire per la Francia e per il popolo francese, la Vostra è una nazione europea e il Vostro popolo è fratello del mio, ma come posso farlo nel momento in cui nemmeno a Voi importa combattere per Voi stessi? Voi rinunciate alla Vostra nazione e sputate sulla memoria di tutti quelli che hanno combattuto e sono morti per difendere la Francia fin dall'inizio. Immagino che la metà di voi nemmeno sappia chi sia Giovanna D'Arco e quello che ha fatto. Gli ebrei sono troppo impegnati a insegnarVi la "shoah", a scuola, perché impariate qualcosa della Vostra storia, e sono troppo impegnati a rimpiazzarVi con degli afro-asiatici perché abbiate anche solo il tempo di imparare come si deve la Vostra lingua.
Non fraintendermi, la Norvegia non è certo migliore, ma, a differenza della Francia, noi non abbiamo mai avuto l'opportunità di aggiustare le cose, come Voi l'avete avuta quando avete potuto votare per Marine Le Pen. Noi abbiamo solo uomini disperati come Anders B. Breivik, i quali cercano di aggiustare le cose nel solo modo possibile in uno stato sovietico totalitario quale è la Norvegia. Noi non abbiamo mezzi legali per difendere ciò che resta della nostra nazione abbandonata.
Sembra che spesso tu ti consideri un europeo prima ancòra che un norvegese. Questo significa che, in effetti, ti senti più europeo che norvegese?
Beh, la mia razza è la mia nazione, per così dire. Ho molto di più in comune con molti individui biondi e con gli occhi azzurri, ad esempio in Francia, di quanto non l'abbia con i
Nachgedunkelte Schrumpfgermanen ("Teutoni anneriti") in qualunque paese scandinavo. E comunque, mi sento più danese che norvegese, nel senso che io non sono così inerme e marxista come i miei compatrioti a cui hanno fatto il lavaggio del cervello (in ogni caso, ho anche radici danesi, e anche svedesi).
Ad ogni modo, che cosa significa "norvegese"? La nostra intera identità nazionale è stata costruita sulle menzogne durante il XIX secolo, e quasi tutta la cultura che abbiamo è stata importata da altri paesi europei. Il giudeo-cristianesimo ha distrutto tutto ciò che era nostro, eccetto il nostro popolo - ma stanno facendo del loro meglio per distruggere anche quello, importando masse di afro-asiatici nei nostri paesi e facendo in modo di farci procreare con loro.
(Se Eva Joly rappresenta ciò che sono i norvegesi, allora - cari dèi pagani! - la mia nazione è sicuramente condannata!)
Qual è la tua opinione riguardo la crisi che sta attraversando l'Europa? In molti pensano che abbiamo raggiunto i limiti del sistema capitalista e dell'unione economica europea. È anche il tuo punto di vista? Che cosa servirebbe, secondo te, per riportare l'Europa in carreggiata?
Che cosa possiamo aspettarci, se non miseria, nel momento in cui permettiamo a dei banchieri ebrei di stampare denaro con inchiostro e inutile carta per poi prestarcelo ad un tasso d'interesse? Hanno fatto questo fin dall'inizio dell'èra industriale e ci hanno venduto i loro finanziamenti aggressivamente per tutto il tempo (e se non vuoi i loro soldi sei "antisemita"!), così ora quasi tutte le nazioni su questo pianeta devono loro dei soldi! E così anche ogni individuo nella nostra parte del mondo! Non puoi nemmeno comprarti una proprietà in cui vivere senza dover chiedere loro soldi in prestito! Si assicurano questo, tra le altre cose, importando milioni di afro-asiatici in Europa, creando il bisogno di nuove abitazioni - e di conseguenza un estremo aumento dei prezzi.
Oggi, una sola famiglia di ebrei, i Rothchild, possiede più della metà di tutta la ricchezza in Europa, e non sono certo l'unica lurida famiglia di ebrei ricchi nel nostro continente. Il problema è che gli ebrei sono troppo avidi per il loro stesso bene, quindi non si fermeranno finché non possiederanno ogni cosa che abbiamo. Sono anche troppo stupidi per comprendere che se si prenderanno ogni cosa, allora non resterà più nulla per il resto di noi - e quando non potremo più nemmeno nutrire i nostri figli,
ci ribelleremo. Quando sarà necessario lo faremo, e in Europa assisteremo a un altro enorme pogrom, e i "poveri" ebrei soffriranno di nuovo, come è accaduto molte volte in passato, quando fecero cose simili ai nostri progenitori. Dunque, se volete risolvere i problemi dell'Europa, semplicemente spogliate gli ebrei di tutti i loro averi e cacciateli via dall'Europa! Allora, potremo prendere i loro lacchè, i "nostri" politici traditori, i giornalisti e gli insegnanti estremisti di sinistra che diffondono tra noi le menzogne ebraiche, tutti quanti coloro che hanno tradito le nostre nazioni ancòra e ancòra,
e li potremo impiccare!
Dal momento che sembri così interessato alla politica - compresa la politica estera - hai mai pensato di farne una carriera?
No. Non ho nessuna fiducia nella cosiddetta "democrazia". L'unica cosa che risolverà la crisi in cui ci troviamo è una rivoluzione popolare - ed è solo questione di tempo prima che questo accada.
Hai anche scritto un articolo su Breivik. In esso, tu sembri condannare le sue azioni perché "i veri nazionalisti non uccidono bambini loro connazionali". Questo significa che non avresti condannato gli omicidi da lui commessi se le vittime non fossero state dei norvegesi, ma, ad esempio, degli ebrei, dal momento che loro sono al centro della tua argomentazione e sebbene alcuni siano di nazionalità norvegese?
No, no, no. Gli ebrei in Norvegia non sono di
nazionalità norvegese. Potranno avere la
cittadinanza norvegese, assieme a quella israeliana (garantita a tutti gli ebrei del mondo, compresi gli ebrei "francesi"), ma non saranno mai
norvegesi, né
europei.
Comunque, io in generale non condanno chi uccide per legittima difesa. Nel caso in cui la tua vita o la sopravvivenza della tua nazione vengano minacciate, hai il diritto di difenderti, se necessario con la violenza.
Tu condanni i tuoi progenitori che hanno ucciso altre persone in massa per difendere gli interessi della Francia e dei francesi? Non credo. Perché mai dovresti? La Francia è sopravvissuta grazie a loro. Tutto ciò che hai oggi lo devi a loro.
Burzum è arrivato a un punto in cui la maggior parte delle persone lo conoscono più per la sua storia - che è la tua storia, di fatto - e per la tua ideologia, piuttosto che per la musica. È qualcosa di cui ti lamenti?
No, veramente. La musica è bella, e tutto quanto, ma penso che ciò che dico sia più importante. Io contribuisco alla consapevolezza dell'Europa in un'epoca in cui la verità è bandìta, e questo è più importante di quanto potrà mai essere qualunque musica.
A quanto ne so, tu non hai mai suonato musica di Burzum dal vivo. Che cosa potrebbe motivarti a farlo?
È una bella domanda, ma... Suonare dal vivo non è veramente qualcosa che io voglia fare. Ad alcuni piace, ad altri no - io, semplicemente, appartengo a quest'ultimo gruppo. Mi eccita di più l'idea di scendere giù in garage a lavare la macchina che l'idea di suonare dal vivo, per così dire.
Ti vengono in mente dei musicisti che potrebbero unirsi a te, se mai dovesse accadere che tu suoni dal vivo? Se sì, chi sono?
No.
Grazie per il tuo tempo.
Grazie per l'interesse, Philippe. Buona fortuna a te - e alla Francia. Ne avrete bisogno nei prossimi anni... che sia Holland oppure Sarkozy a reggere il timone (facendo sprofondare intenzionalmente la Francia nell'abisso).
Autore: Nicolas "Spaceman" Gricourt (© 2012 "Radio Metal", Francia)
Traduzione di Lupo Barbéro Belli