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Racconto di un bardo: Parte IV - Heimdallr

Heimdallr è tra tutte le divinità Scandinave una delle più enigmatiche. Egli è così misterioso che anche i cosiddetti esperti nelle diverse università non sanno quasi nulla su di lui. Nemmeno immaginano essi che cosa il suo nome significhi, e non posso dar loro la colpa: i suoi segreti hanno eluso a lungo anche me.

È comune percezione che il nome Heimdallr possa essere tradotto come "casa-valle" o "valle-mondo" (in norvegese "Heimdal"), ma in nessun contesto questo ha senso. Nel 1998, proposi una differente traduzione: "Heimdallr", dal germanico "Haimaþellar", che significa "la casa opposta" oppure "il mondo opposto"1. La logica era che questo egli dovesse essere nel vegliare sui suoi figli dal suo trono al Polo Nord. In ogni caso, anche questa teoria è piuttosto debole.

A differenza dei cosiddetti esperti delle università, io ho capito che Heimdallr è lo stesso di Hermöðr ("colui che si spaccia per Odino") di cui nell'"Edda" possiamo leggere che "discese sino al cospetto del custode del ponte di Hel per salvare Iðunn", quando ella fu rapita da un gigante e tenuta prigioniera negl'inferi. Per poter salvare Iðunn (conosciuta anche come Nanna) e suo marito Bragi (conosciuto anche come Baldr), Heimdallr deve visitare Hel, il reame dei morti, e, come sappiamo dai miti greci, Hermes2 (il corrispettivo ellenico di Odino) è l'unico che possa liberamente entrare e uscire dall' Ade (=Hel). Così Heimdallr si traveste ed imita Odino, per convincere i guardiani di Hel a lasciarlo entrare ed uscire illeso, sebbene egli, dal loro punto di vista, non ne abbia il diritto.

Così Heimdallr discese dal Cielo sulla Terra e creò il genere umano, ed ogni anno egli discende ad Hel per raccogliere i doni degli elfi, gli spiriti eterni dei morti e di Baldr e Nanna (che ad Hel passano ogni inverno). Egli poi, alla vigilia di Yule, discende dal Cielo, o piuttosto dal suo trono tra Cielo e Terra, per consegnare questi doni a coloro che sono stati buoni tra i suoi figli. Egli fa anche visita a tutti noi, questa volta nelle sembianze di Odino, per saldare i conti, in qualità di capo degli Oskorei ("l'armata del tuono").

Tenendo presente tutto questo, è piuttosto naturale tradurre il suo nome con "colui che discende nella casa" oppure "colui che discende nel mondo", o ancor meglio, "colui che si inabissa per visitare i differenti mondi/case" (in norvegese "Heimdalar").

Nell'Antica Grecia lo chiamarono Kronos ("il tempo"), probabilmente perché utilizzavano le sue visite annuali per contare gli anni e misurare il tempo. Nelle aree slave occidentali lo chiamarono Belobog ("il dio bianco"), poiché egli è un dio splendente di luce e misericordia e poiché, dopo ogni sua visita ad Hel, egli ha il colore pallido dei morti. Nelle aree slave orientali lo chiamarono Kolada ("la ruota", o forse "il ruotare della ruota") poiché al Solstizio d'Inverno, la vigilia di Yule, la ruota del Sole ha compiuto un giro completo: primavera (nascita), estate (vita), autunno (morte) e inverno (reincarnazione).

Mi è costato molto tempo e molta fatica capire tutto questo, ma alla fine ora sappiamo chi sia stato Heimdallr e che cosa il suo nome significhi. Altri hanno fallito dove io ho avuto successo, probabilmente perché loro hanno una vita. Io no. :-)

Note:
  1. O anche "controcasa", "contromondo" [n.d.T.].
  2. E la sua controparte femminile Iris ("l’arcobaleno").

Varg "l'eremita" Vikernes
10.09.2006 (Tromsø, Norvegia)
Tradotto da Lupo Barbero Belli



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