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Racconto di un bardo: Parte VII - Progresso

Quand'ero bambino ogni inverno si andava in slitta per le strade. Si pattinava sul ghiaccio del lago dietro casa e si sciava sull'altro lato della collina a circa cinquanta metri da dove abitavamo. Ogni primavera prendevamo le nostre biciclette da cantine e ripostigli e ci affrettavamo a far visita agli amici. Ogni estate giocavamo nei prati fioriti, nuotavamo nel mare, maschi e femmine, e catturavamo pesci a soli cento metri dalla nostra cabina. Ogni autunno pioveva, e si costruivano dighe con rametti e foglie secche, si costruivano piccole barche scortecciando gli alberi e le si lasciavano salpare giù per le strade, una volta che la diga fosse stata aperta. Quando, con l'autunno, l'oscurità ritornava giocavamo a nascondino tra gli alberi morenti e ci nascondevano nelle loro ombre e sotto mucchi di foglie gialle, rosse e arancio. L'infanzia fu un gioco che non aveva mai fine, sospeso solo dai pasti e dal sonno, interrotto solo da asilo, scuola e pochi compiti e crudelmente portato a termine dal tempo e dall'età.

Le strade, col passare del tempo, si riempirono di automobili e divenne troppo pericoloso per chiunque giocare all’aperto. Il lago divenne un pantano quando costruirono file di case a schiera sull'altro lato della valle. Gli alberi vennero abbattuti. Il clima cambiò e le nevicate divennero scarse. Gli zingari iniziarono ad accamparsi di quando in quando e, ogni volta che passavano, tutto ciò che era leggero a sufficienza veniva rubato dalla nostre proprietà. Non c'erano più bambini che giocavano all'aperto, nemmeno in primavera. I pesci sparirono dal mare. Ogni cosa si fece sudicia, avvolta di scarichi e coperta di fanghi grigi e puzzolenti.

Così ricordo l'infanzia e l'adolescenza, tutto fu meraviglioso, ma solo per poco. Mentre crescevo quasi tutto ciò che era bello scomparve. Una società sana si fece malata. Ogni cosa luminosa divenne grigia. Io ero un testimone oculare del "progresso": la Norvegia abbandonava la povertà e trovava la sua felicità nel petrolio. La Norvegia, per la prima volta, divenne un paese ricco!

Mentre crescevo non vi era praticamente traccia di criminalità. Avevo sentito parlare solo una volta di un furto con scasso nella zona. Era successo a un paio di chilometri da dove vivevamo e per noi fu un grosso e preoccupante evento. A partire dalla fine degli anni sessanta/inizi anni settanta, tuttavia, il tasso di criminalità in Norvegia è aumentato del 5000%. Questo non solo a causa della massiccia immigrazione di afroasiatici, e certamente non solo a causa del potere della ricchezza che corrompe, ma anche perché all'improvviso non ci è stato più permesso di fare nulla. Questo è ciò che chiamano "progresso". Ora non abbiamo né la libertà di fare ciò che vogliamo né la libertà da crimine e oppressione.

Se questo è progresso, io mi batto per la recessione.

Varg Vikernes
21.01.2007
Tradotto da Lupo Barbero Belli



Corruptissima re publica plurimae leges. (C. Tacitus)
(Più corrotto è lo stato, più lo sono le leggi.)



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