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Una storia di Burzum: Parte XIII - Loghi

Molti tra Voi mi scrivono riguardo "il logo di Burzum".

Nel 1991 avere un logo "cool" era uno degli aspetti più importanti in Norvegia per una band black metal. Gli Immortal se ne fecero uno, i Mayhem già lo avevano, i Darkthrone lo avevano, e così via. Erano pieni di croci rovesciate e di altri simboli "satanici" e "cool", e alcuni di essi erano anche alquanto difficili da leggere - o, piuttosto, da "interpretare". Inizialmente, quando lasciai gli Old Funeral e riavviai il mio progetto cambiando il nome da Uruk-Hai a Burzum, anch'io volevo un logo, e un'amica si offrì di disegnarmene uno. Lo fece, ed era eccellente, fino a quando non realizzai che stavo seguendo una moda. Perché mai avrei dovuto farlo, dal momento che ogni cosa che facevo era intesa come una rivolta contro le mode? Così, decisi di non avere logo e di utilizzare, invece, un bel font.

Nel tardo 1991, non era semplice per me accedere ad alcun tipo di caratteri che non fossero quelli della mia macchina da scrivere. Era prima che internet divenisse di uso corrente. Dovetti acquistare un certo tipo di font adesivi, e potei permettermi solo un piccolo assortimento, da utilizzare poi per "costruire" le parole, lettera per lettera. Per qualche ragione, o perché avevo finito gli adesivi-lettera giusti, oppure di proposito - non ricordo veramente per quale motivo - scrissi il nome Burzum con lettere maiuscole, e utilizzai l'unico font fuori dall'ordinario che avevano al negozio di libri - il gotico.

Quando pubblicai l'album di debutto, diedi istruzioni alla casa discografica, la DSP, di utilizzare questo font non solo per il titolo della band, ma anche per tutto il resto del testo sull'album. Il nome Burzum, in altre parole, non era veramente un logo, ma semplicemente il nome della band scritto in lettere gotiche, con dell'altro testo in caratteri gotici. In breve tempo smisi di pensare ai loghi, e per qualche ragione sugli album successivi non cambiai il tipo di font utilizzato. Di conseguenza, in molti hanno iniziato a pensare al nome di Burzum scritto in caratteri gotici come al "logo di Burzum". Non lo fu mai. Il nome era il punto; il carattere era, ed è ancora, irrilevante.

Per "Dauði Baldrs", oppure per "Hliðskjálf" (non ricordo quale dei due), avrei voluto semplicemente utilizzare un carattere ancor più comune, come Arial o qualcosa del genere, ma per qualche ragione alla fine non lo feci. Non ricordo il perché. Alcuni ricordi son per sempre perduti - poiché essi non hanno importanza.

Per "Belus", infine, ho deciso di utilizzare un carattere differente, per evidenziare il fatto che Burzum non ha un logo, ma anche perché questo è un nuovo inizio per Burzum. Ho trovato alcuni font gratuiti su internet, ne ho scelto uno e ho sentito che era adatto al concetto dell'album: Belus, il dìo-quercia (e sua moglie, Eduno1, la vergine del prato). Quello che ho deciso di utilizzare aveva un che di floreale, di fantasioso, ed era esattamente quel che stavo cercando.

Sono sicuro che è stato utilizzato da altri prima di me - è scaricabile gratuitamente per ogni singolo individuo sulla terra - e io non tento di essere originale. Io ho finito di essere originale. Voglio solo fare quel che mi sento, senza riguardi per ciò che il resto del mondo può o non può fare, e io non voglio avere un logo. Semplicemente, utilizzo il font che si adatta al concetto dell'album. Io sono me stesso, non l'opposto di coloro che non mi piacciono.

Se mai mi andasse di avere un logo per Burzum, ne avrei uno comunque. Nulla è inciso nella pietra: non i loghi, né le decisioni sui loghi, né nient'altro. Nemmeno il nome Burzum lo è…


Nota:

1 Ovvero Iðunn/Nanna/Líf.

Varg Vikernes
(Dicembre 2009)
Traduzione di Lupo Barbéro Belli



Scritto in esclusiva per www.burzum.org

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